Lo sforzo dell’Occidente di armare l’Ucraina s’intensifica e tocca ormai livelli di guardia, perché può innescare in qualsiasi momento una reazione russa o provocare un incidente di percorso fortuito, ma dalle conseguenze incalcolabili. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky non cessa di sollecitare Stati Uniti e Paesi europei perché gli inviino più armi.
Forze speciali britanniche sono state a Kiev nelle ultime due settimane per addestrare gli ucraini all’impiego di alcuni tipi d’arma forniti da Londra, come i razzi anti-carro portatili Nlaw, forniti in migliaia di esemplari e rivelatisi molto efficaci nel contrastare l’avanzata dei russi.
Lo dice il Times di Londra, citando ufficiali ucraini di due battaglioni di stanza a Kiev e dintorni. La Cnn, invece, segnala che il Pentagono teme che le munizioni inviate dagli Usa all’Ucraina possano non essere sufficienti negli intensi combattimenti previsti nei prossimi giorni, quando ci sarà l’offensiva del Donbass. Il segretario alla Difesa Lloyd Austin, e il capo di Stato Maggiore, generale Mark Milley, chiamano ogni giorno i loro omologhi dei Paesi Nato vicini all’Ucraina e premono per l’invio di armi ed equipaggiamenti il prima possibile.
Se le notizie del Times sono corrette, è la prima volta che si sa della presenza di truppe di Paesi della Nato in Ucraina. Stati Uniti e la Gran Bretagna avevano ritirato i consiglieri militari prima dell’invasione russa, temendo il coinvolgimento in scontri dall’impatto imprevedibile.
Dal canto suo, la Russia – secondo fonti militari ucraine e americane citate dal New York Times – sta schierando elicotteri d’attacco lungo il confine con l’Ucraina e sta inviando altre truppe e pezzi di artiglieria in territorio ucraino per preparare la ‘spallata’ nell’Est del Paese. Analisti militari stimano, però, che potrebbero passare “settimane” prima che Mosca completi riposizionamento e consolidamento delle sue forze; ma, quando scatterà, l’offensiva sarà “lunga e molto sanguinosa”.
Da oggi, i porti italiani saranno chiusi alle navi russe, pure a quelle che hanno cambiato bandiera dopo il 24 febbraio, in ottemperanza alle sanzioni adottate dall’Unione europea l’8 aprile. Le navi che si trovano nei porti dovranno lasciarli non appena completate le proprie attività.
I caduti ucraini di questa guerra oscillano fra i 2.500 e i 3.000, i feriti sarebbero circa 10 mila: cifre fatte da Zelensky alla Cnn; i caduti russi sarebbero circa 20 mila – stima non confermata -. Quanto alle vittime civili, “è più difficile” calcolarle. Ma ogni giorno ne emergono nuovi orrori: fonti locali sentite dalla Ap indicano che circa 900 civili trovati morti a Kiev e nei dintorni sarebbero stati ‘giustiziati’ a colpi di pistola o sarebbero comunque deceduti “in una percentuale del 95%”, per ferite da arma da fuoco. I corpi sarebbero poi stati abbandonati nelle strade o sepolti sommariamente.
Il commissario per i diritti umani del Parlamento ucraino Liudmyla Denisova riferisce che sono 200 i bambini ucraini uccisi dall’inizio dell’invasione, 360 i feriti.
Mariupol resta l’epicentro delle operazioni militari: “La situazione è difficile, i combattimenti proseguono”, fa sapere il Ministero della Difesa di Kiev. Zelensky avverte che l’annientamento delle forse a difesa della città “metterà fine ai negoziati con la Russia”, che sono in stallo da quasi tre settimane: il presidente ipotizza un’intesa in due capitoli, le garanzie di sicurezza e i rapporti tra Kiev e Mosca. Gli ucraini non si fidano ad accettare la resa, temendo un massacro dei soldati. L’uomo più ricco d’Ucraina, Rinat Akhmetov, si offre di ricostruire la città, dove ieri sono stati aperti corridoi umanitari.
Secondo le autorità cittadine, “I russi stanno rastrellando gli uomini di Mariupol, sequestrano loro i documenti e li trasferiscono a Bezimenne, un villaggio del Donetsk sotto il loro controllo”.
Gli attacchi russi si succedono, anche per la volontà di riscattare l’affondamento della Moskva – un obiettivo potrebbe essere il bunker di Zelensky -. L’altra notte, sistemi di lanciarazzi multipli hanno centrato Mykolaiv, nell’Ucraina meridionale: cinque persone sono state uccise e 15 ferite; anche ieri mattina la città è stata bombardata, senza vittime. A Kharkiv nell’Est, i bombardamenti hanno fatto una decina di vittime e una cinquantina di feriti. Nei dintorni, sono state colpite Derhachi, Balakliia e Zolochiv e i distretti di Slobidsky e Osnovyansky, con missili da crociera Calibre: vittime e feriti. E si combatte in direzione di Izium. L’aeroporto di Oleksandria è stato attaccato con missili: pure qui, vittime e feriti. A Lugansk, fonti locali accusano i russi di sparare sui civili ed esortano i residenti a evacuare.
Il vice-comandante delle milizie separatiste filo-russe dell’autoproclamata repubblica di Donetsk, Eduard Basurin, è “scomparso” dopo un colloquio con agenti dei servizi d’intelligence russi: potrebbe essere stato arrestato per avere rivelato, facendosi intercettare, presunti piani per stanare con armi chimiche i difensori ucraini asserragliati a Mariupol fra i ruderi dell’acciaieria Azovstal.
Le autorità di Kiev sostengono che i russi, prima di ritirarsi dalle città ucraine, hanno lasciato dietro di sé trappole nelle case, inclusi esplosivi nelle lavatrici, e nella auto. Il rischio delle mine è molto alto: di qui l’invito ai cittadini a non rientrare nelle loro abitazioni fin quando gli artificieri non avranno compiuto lo sminamento.

Il primo ministro ucraino Denys Shmyal sarà a Washington la prossima settimana con il ministro delle Finanze Serhiy Marchenko e il governatore della Banca centrale Kyrylo Shevchenko: i tre parteciperanno alle riunioni di primavera di Fmi e Bm.
La tv ucraina non ha trasmesso immagini della Via Crucis a Roma, in polemica con la presenza, alla 13° stazione, di una donna ucraina e una russa insieme. Il Consiglio panucraino delle Chiese e delle organizzazioni religiose “esorta a fermare i bombardamenti e a ridurre le ostilità offensive almeno per il tempo dei giorni sacri per tutte e tre le religioni”: oggi e domenica 24 i cristiani celebrano la Pasqua, mentre gli ebrei celebrano la Pasqua ebraica e fino a fine aprile i musulmani osservano il mese di digiuno del Ramadan.