La settimana che s’era aperta con segnali – di fumo? – di progressi nei negoziati tra Russia e Ucraina si chiude con propositi di guerra, mentre la cronache dal fronte sono martellanti: combattimenti, bombe, vittime, atrocità. Gli Usa forniranno all’Ucraina aiuti militari aggiuntivi fino a 300 milioni di dollari: armi di ultima generazione, missili guidati da laser, droni ‘kamikaze’ Switchblade dotati di testate esplosive e droni leggeri di tipo Puma (da ricognizione). Secondo il New York Times, l’Amministrazione Biden lavorerà con gli alleati atlantici per trasferire a Kiev carri armati sovietici destinati al Donbass e anche maschere anti-gas e tute protettive.
La reazione del Cremlino sta in una battuta del portavoce Dmitry Peskov rivolta ai Paesi europei: “Quando si riprenderanno dalla sbornia da bourbon americano e capiranno finalmente di doversi prendersi cura del futuro del nostro continente, l’Europa o l’Eurasia, sarà l’ora del dialogo. Ma ci vorrà del tempo”. L’ambasciatore russo nel Regno Unito Andrey Kelin avverte: “Artiglierie e sistemi d’arma antinave che Londra ha promesso a Kiev diventeranno, una volta consegnati all’Ucraina, obiettivi legittimi per le truppe russe”.
Nella giornata di sabato, la voce delle armi è stata più forte di quella delle trattative. Intervistato dalla Bbc, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky proclama: “Non accetteremo risultato diverso dalla vittoria … L’integrità territoriale e la sovranità nazionale non si discutono”. Il presidente Usa Joe Biden sceglie di celebrare, nel porto della sua Wilmington, il varo della Uss Delaware, sottomarino a propulsione nucleare da attacco rapido entrato in attività nel 2020. Il varo era stato rinviato causa pandemia: farlo ora assume l’aspetto di un messaggio muscolare.
Nella notte tra venerdì e sabato, le forze armate russe sostengono di avere distrutto le piste d’atterraggio a Poltava e a Dnipro, “con attacchi missilistici di alta precisione aria-terra”. La difesa aerea russa avrebbe inoltre abbattuto “due elicotteri ucraini Mi-24 vicino alla città di Sumy e pure 24 droni ucraini”. Complessivamente, sarebbero stati finora distrutti 1.882 carri armati, 203 sistemi di lancio di razzi, 786 cannoni e mortai, 381 droni ucraini.
Secondo Kiev, invece, le forze russe si starebbero “ritirando rapidamente” dai dintorni della capitale e da Chernihiv, nel nord del Paese, e starebbero mobilitando “unità in Transnistria”. Le cronache sono fitte di drammi e atrocità. Ieri, sono stati aperti e hanno funzionato sette corridoi umanitari – uno da Mariupol, città martire di questa guerra -. Secondo Zelensky, le vittime a Mariupol sono 5.000 e le persone ieri evacuate sono state 3.700. La Turchia è pronta a fornire navi per evacuare civili e feriti dal porto sotto attacco.
Almeno 20 corpi di uomini in abiti civili sono stati trovati in una strada di Bucha, città a nord-ovest di Kiev, appena liberata dall’occupazione russa. Le truppe russe hanno rapito un vice-sindaco nell’area di Sumy, nel Nord: Oleksiy Shibayev è stato sequestrato mentre trasportava aiuti a un posto di blocco nei pressi di Putyvl, vicino al confine con la Russia. Il fotoreporter ucraino Maxim Levin, di cui non si avevano notizie dal 13 marzo, è stato trovato morto nel distretto di Vyshhorod, vicino a Kiev, dove stava documentando i combattimenti. “Ogni fotografo ucraino vuole scattare la foto che fermerà la guerra”, diceva spesso Lenin, che lavorava per importanti testate nazionali e internazionali e pure per organizzazioni internazionali e progetti umanitari. Lascia una compagna e quattro figli piccoli.
I centri di Studenko e Sviatohirsk nella regione di Kharkiv sono stati inondati dalle acque del fiume Seversky Donets, esondato in seguito all’esplosione della diga di Oskol, obiettivo di un attacco.
L’ex procuratrice capo del Tribunale penale internazionale per l’ex-Jugoslavia Carla Del Ponte chiede alla Corte penale internazionale di emettere in tempi brevi un mandato d’arresto nei confronti del presidente russo Vladimir Putin per le operazioni in Ucraina. “Putin è un criminale di guerra”, afferma Del Ponte. L’emissione del mandato è necessaria per mettere sotto accusa Putin e altri dirigenti russi per i crimini commessi in Ucraina.