Restano volatili i sondaggi fra gli aspiranti alla nomination democratica, sia a livello nazionale che nei singoli Stati: i risultati variano di molto fra sondaggio e sondaggio e molto rapidamente; l’incertezza è notevole. Secondo un rilevamento Reuters-Ipsos, condotto a livello nazionale fra gli elettori democratici registrati, è testa a testa fra Bernie Sanders (20%, in crescita) e Joe Biden (19%), mentre Elizabeth Warren sta al 12% (in calo) e Michael Bloomberg al 9% (in crescita), scavalcando, pur senza avere partecipato a nessun dibattito, Pete Buttigieg al 6% (in calo). Il distacco tra Sanders e Biden è statisticamente irrilevante, essendo inferiore al margine d’errore del sondaggio.
L’incertezza a livello nazionale riflette quella a livello statale, specie nello Iowa, dove le primarie inizieranno il 3 febbraio. Anche per questo ai senatori in corsa per la nomination, Sanders, la Warren e Amy Klobuchar pesa dovere stare a Washington a seguire il processo sull’impeachment di Donald Trump. Interpellato in proposito, Sanders dice: “Preferirei essere nello Iowa, invece che qui. Ma questo è il mio lavoro”. Anche Trump ci gioca su in un tweet: “Nancy – cioè Nancy Pelosi, speaker della Camera e motore dell’impeachment, ndr – sta avvantaggiando ‘sleepy Joe'”, cioè Biden.
Sempre l’incertezza contribuisce al nervosismo dei candidati. La Cnn ha rivelato che cosa si sono ‘sibilati’ la Warren e Sanders subito dopo il dibattito televisivo di martedì scorso, quando non si strinsero la mano. “Penso che tu mi abbia definito una bugiarda in tv”, ha detto Elizabeth. “Non discutiamo ora, se vuoi discuterne lo faremo”, ha replicato Bernie, ribaltando l’accusa, “Tu mi hai dato del bugiardo”.
In questo contesto d’incertezza, ma anche di debolezza dei potenziali candidati democratici rispetto al presidente Trump, fa sentire la sua voce Hillary Clinton, : “Agli elettori democratici, dico di provare a votare la persona che ritengono più probabile possa vincere. E questo perché alla fin fine quello che è importante è vincere il collegio elettorale, non il voto popolare”. Hillary fu battuta da Trump per avendo conquistato tre milioni di voti popolari in più. “Il Signore sa cosa accadrebbe se non mandiamo via” l’attuale inquilino della Casa Bianca e i “suoi scagnozzi, come li definirebbe la speaker della Camera Nancy Pelosi”.