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Disarmo: Inf, lo spettro d’una corsa agli armamenti

Scritto per Il Fatto Quotidiano dello 03/08/2019

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Tutti dicono di non volere una ripresa della corsa agli armamenti, retaggio della Guerra Fredda; e probabilmente la Russia non la vuole davvero, memore dell’errore fatto negli Anni Novanta, quando l’ambizione di tenere dietro ai rilanci dell’Occidente di Ronald Reagan portò alla fine dell’Unione sovietica. Ma, intanto, l’America di Trump prosegue lo smantellamento dell’apparato di sicurezza e di disarmo costruito tra gli Anni Ottanta e Novanta: ieri, come già annunciato, gli Stati Uniti si sono ritirati formalmente dal Trattato sui missili nucleari a medio raggio (Inf), gli euromissili, concluso con la Russia.

Il Trattato era stato siglato nel 1987 da Reagan e Mikhail Gorbaciov: la foto di quella firma è un’immagine simbolo della fine della Guerra Fredda (e pure della fine della corsa agli armamenti). Che quell’epoca sia ormai chiusa, lo conferma un’altra coincidenza: mentre denuncia l’Inf, l’Amministrazione Usa colpisce la Russia con l’inasprimento delle sanzioni per il tentato assassinio d’una ex spia sovietica, Sergei Skrypal, lo scorso anno in Gran Bretagna. Putin avrà anche contribuito all’elezione di Donald Trump, perché temeva Hillary Clinton, ma da tempo si starà chiedendo se ha fatto bene i suoi conti e se ha speso bene i suoi soldi.

C’è un che di strabico nelle reazioni alla denuncia degli Inf degli alleati europei degli Stati Uniti. La Nato fa propria la decisione dell’America di Trump, affermando di “non avere alcuna intenzione di spiegare nuovi missili nucleari sul terreno in Europa”: l’affermazione del segretario generale dell’Alleanza atlantica Jens Stoltenberg è liquidata dal Cremlino, “sono solo parole”. L’Ue, invece, dà l’impressione di essere più critica e più preoccupata: “riafferma l’impegno per un disarmo e un controllo efficace delle armi nucleari basato sui Trattati” e “incoraggia a preservare i risultati dell’Inf. Date le inasprite tensioni, dobbiamo stare attenti a non imboccare la strada di una nuova corsa agli armamenti che ridurrebbe i risultati raggiunti dopo la fine della Guerra Fredda”. La Germania è più esplicita dei partner e dice di temere “una nuova fase di proliferazione nucleare. Il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres lamenta che si sia “perso un freno alla guerra nucleare”.

L’abbandono dell’accordo sugli euromissili segue la denuncia del Trattato sul commercio delle armi e dell’intesa sul nucleare con l’Iran e prelude ad altri passi sulle armi intercontinentali. “Il Trattato Inf cessa di esistere – twitta Stoltenberg in uno stile Trump poco consono all’ex premier laburista norvegese -. La Russia è l’unica responsabile della sua fine. La Nato risponderà in modo misurato e responsabile e continuerà a garantire deterrenza e difesa credibili”. La colpa della Russia è di “avere schierato il sistema missilistico SSC-8″: “i nuovi missili russi sono nucleari, mobili e difficili da rilevare” e “possono raggiungere le città europee con un preavviso di pochi minuti”; “Non ci sono nuovi missili statunitensi in Europa, ma ci sono nuovi missili russi in Europa”; e “tutti gli alleati concordano che questi missili violano il Trattato Inf”.

Le reazioni più dure, e consonanti, vengono da Mosca e da Pechino: una doppia conferma, che Russia e Cina stanno allineando le loro visioni militari e strategiche; e che le mosse di Washington le spingono ad avvicinarsi ulteriormente. Trump ipotizza di negoziare un nuovo trattato con Putin e Xi, ma, intanto, li colpisce con sanzioni e dazi e li induce a fare comunella. Per il Cremlino, “Washington ha commesso un grave errore: con una campagna di propaganda su presunte violazioni russe del trattato Inf, gli Stati Uniti hanno deliberatamente creato una crisi quasi insormontabile” perché “gli Usa volevano sbarazzarsi delle restrizioni in esso stabilite” per lanciarsi in una corsa agli armamenti.. La Russia confuta, e rovescia, le accuse americane, ma si impegna a non installare nuovi missili a raggio intermedio, se gli Usa non lo faranno. Pechino parla di “nuova mossa unilaterale negativa” degli Stati Uniti che ignorano gli impegni internazionali e ricorrono all’unilateralismo”: l’analisi coincide coin quella di Moisca, “il vero scopo” dell’Amministrazione Trump è di “rimuovere i limiti” e di cercare “vantaggi militari e strategici unilaterali”.

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Giampiero Gramaglia, nato a Saluzzo (Cn) nel 1950, è un noto giornalista italiano. Svolge questa professione dal 1972, ha lavorato all'ANSA per ben trent'anni e attualmente continua a scrivere articoli per diverse testate giornalistiche. Puoi rimanere connesso con Giampiero Gramaglia su Twitter

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