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 Israele attacca l’Iran, che risponde: Medio Oriente a rischio guerra totale

Scritto il 13/06/2025 per The Watcher Post https://www.thewatcherpost.it/news/israele-iran-attacco-risposta-medio-oriente-guerra-totale/

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Nella notte, Israele ha lanciato un attacco senza precedenti contro l’Iran: oltre 200 aerei impiegati, 330 ordigni – missili e bombe – sganciati contro un centinaio di obiettivi, dopo avere neutralizzato le difese aeree iraniane, mentre commando del Mossad conducevano azioni di sabotaggio da dentro l’Iran. Confermata l’uccisione del capo dei Guardiani della Rivoluzione, i Pasdaran, Hossein Salami e del capo di Stato Maggiore dell’Esercito Mohamamd Bagheri. Gravemente ferito Ali Shamkhani, un consigliere politico della guida suprema Ali Khamenei, che è rimasto illeso. Colpite installazioni nucleari e militari e impianti industriali. Sia Israele che l’Iran hanno chiuso i loro spazi aerei.

La mossa “preventiva” di Israele potrebbe ‘fare saltare’ i negoziati sul nucleare tra Usa e Iran – e, forse, mirava a quello – e può accendere una guerra totale in tutta la Regione, anche se l’Iran ed i suoi alleati appaiono militarmente indeboliti. Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump, che prometteva la pace in Ucraina e nella Striscia di Gaza, si trova invece coinvolto su un fronte di guerra allargato.

Teheran annuncia una risposta “devastante”: “Israele pagherà un caro prezzo”. Centinaia di droni sono stati lanciati contro Israele, la cui difesa aerea si prepara a intercettarli. Gli Stati Uniti si dicono estranei all’attacco, che sarebbe stato condotto da Israele senza il loro supporto; ma Washington mette in guardia l’Iran dal colpire per ritorsione obiettivi americani.

A Teheran, le sirene sono suonate poco dopo le due del mattino, ora italiana. A Tel Aviv e ovunque in Israele, la popolazione è stata invitata a scendere nei rifugi anti-aerei e a restarvi. Il ministro della Difesa Israel Katz ha confermato “un attacco preventivo” per impedire che l’Iran si doti dell’atomica e ha annunciato “una situazione di emergenza speciale” in tutto il Paese.

Israele attacca l’Iran: i prodromi e il contesto dell’azione militare

La decisione dell’attacco è stata presa dal premier israeliano Benjamin Netanyahu lunedì scorso, quando ha chiamato il presidente Trump informandolo delle sue intenzioni e spingendolo a ordinare l’evacuazione del personale diplomatico e militare non essenziale dal Medio Oriente, per il timore di ritorsioni iraniane.

“Siamo in un momento decisivo nella storia di Israele”, ha detto Netanyahu in un videomessaggio. “Pochi istanti fa, Israele ha lanciato l’Operazione Leone Nascente, un’operazione militare mirata a contrastare la minaccia iraniana alla sopravvivenza stessa di Israele. Questa operazione continuerà per tutti i giorni necessari a rimuovere questa minaccia”. Ieri, per la prima volta in vent’anni, l’Aiea, l’Agenzia dell’Onu per l’energia atomica, aveva censurato l’Iran per le sue attività nucleari condotte senza rispettare gli impegni.

Per Netanyahu, non si tratta di un’azione isolata, “non durerà solo un giorno”, è l’inizio di una vera e propria guerra. Gli interrogativi si addensano: come risponderà l’Iran, al di là del lancio dei droni che saranno in gran parte, se non del tutto, neutralizzati?, e quali saranno gli sviluppi dei negoziati sul nucleare tra Iran e Usa, che dovevano proseguire nel fine settimana con il sesto round?

Israele attacca l’Iran: a Teheran e altrove

Media e testimoni iraniani hanno riferiscono di esplosioni, anche presso il principale impianto d’arricchimento dell’uranio del Paese a Natanz. La televisione di Stato iraniana ha confermato l’uccisione di Salami e di Bagheri e ha segnalato la morte di diversi bambini in un’area residenziale della capitale. Presi di mira scienziati sospettati di lavorare ai programmi per l’atomica o a quelli per missili balistici.

Secondo Israele, la repubblica islamica aveva materiale sufficiente per realizzare 15 bombe nucleari in pochi giorni. Oltre agli estesi attacchi aerei, una serie di operazioni di sabotaggio in Iran è stata orchestrata dal Mossad, l’agenzia di spionaggio israeliana, per danneggiare siti missilistici e capacità di difesa aerea.

L’Iran ha preannunciato una risposta severa, accusando gli Usa di avere fornito “un aiuto diretto” all’attacco israeliano. “Il regime sionista si è procurato un destino amaro e doloroso e lo subirà sicuramente”, ha dichiarato Khamenei, promettendo che Israele “subirà una dura punizione”.

Israele attacca l’Iran: negli Stati Uniti

Gli Stati Uniti ammettono di essere stati messi al corrente degli attacchi israeliani contro l’Iran, ma precisano di “non essere coinvolti in nessun modo”. Il presidente Donald Trump, che al momento dell’attacco stava ospitando l’annuale picnic nel giardino della Casa Bianca, riunirà il Consiglio della Sicurezza nazionale alle 11 del mattino locali, le 17.00 italiane.

Il picnic è un evento annuale: i membri del Congresso e le loro famiglie sono invitati a trascorrere del tempo con il presidente e altri membri dello staff della Casa Bianca, in una atmosfera rilassata, con esibizioni musicali.

Ieri, in una conferenza stampa, il presidente Usa aveva detto che “l’attacco era possibile”, ma aveva anche chiesto a Israele di non farlo. Poche ora prima del raid sull’Iran, Trump aveva scritto su Truth che gli Stati Uniti restano impegnati per “una soluzione diplomatica” della questione nucleare con l’Iran.

Ieri, Washington aveva comunque informato in privato diversi suoi alleati che erano imminenti attacchi israeliani

“Israele ha intrapreso un’azione unilaterale contro l’Iran. Non siamo coinvolti in attacchi contro l’Iran e la nostra massima priorità è proteggere le forze americane nella regione”, scrive il segretario di Stato Marco Rubio in una nota. “Israele ci ha comunicato di ritenere che questa azione è necessaria per la propria autodifesa. Il presidente Trump e l’Amministrazione hanno adottato tutte le misure necessarie per proteggere le nostre forze e rimanere in stretto contatto con i nostri partner regionali. Voglio essere chiaro: l’Iran non dovrebbe prendere di mira gli interessi o il personale statunitense”.

Gli Stati Uniti hanno schierato sistemi di difesa aerea per proteggere i circa 40.000 loro soldati dispiegati in oltre dieci basi militari in Medio Oriente.

Contrastanti le reazioni politiche negli Stati Uniti. Lo spaeker della Camera Usa, il repubblicano Mike Johnson, ha scritto in un post sui social che “Israele ha ragione e ha il diritto di difendersi!”. Johnson aveva recentemente annunciato l’intenzione di recarsi in Israele entro la fine del mese e d’intervenire in una sessione straordinaria della Knesset a Gerusalemme.

Anche il leader della maggioranza repubblicano al Senato, John Thune, ha dichiarato di sostenere fermamente l’attacco di Israele agli impianti nucleari iraniani. “Per troppo tempo, i mullah in Iran hanno aspirato a cancellare dalla faccia della terra l’unica democrazia del Medio Oriente con ogni mezzo possibile: finanziando e armando gruppi terroristici ai confini di Israele, bloccando le rotte marittime internazionali e lanciando ripetutamente missili e droni”. E “proprio oggi, l’Iran è stato nuovamente ritenuto in violazione degli obblighi di non proliferazione nucleare, il che è inaccettabile”.

Invece, il senatore Chris Murphy, uno dei pochi esponenti democratici attivi nel contrasto all’Amministrazione Trump in questa fase, afferma: “L’attacco di Israele all’Iran è chiaramente mirato a sabotare i negoziati dell’amministrazione Trump con Teheran e rischia di scatenare una guerra regionale che sarà probabilmente catastrofica per l’America”. E non solo.

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Giampiero Gramaglia, nato a Saluzzo (Cn) nel 1950, è un noto giornalista italiano. Svolge questa professione dal 1972, ha lavorato all'ANSA per ben trent'anni e attualmente continua a scrivere articoli per diverse testate giornalistiche.Puoi rimanere connesso con Giampiero Gramaglia su Twitter

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