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Ucraina: colloqui con Russia a Istanbul brevi, niente tregua; ipotesi vertice a tre

Scritto lo 02/06/2025 per The Watcher Post https://www.thewatcherpost.it/esteri/ucraina-niente-tregua-ipotesi-vertice-a-tre-con-la-russia/

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E’ durato poco, un’ora appena; ed è servito a poco, il secondo incontro diretto tra Ucraina e Russia, oggi, a Istanbul: niente tregua, figuriamoci la pace. Ma non diciamolo alle centinaia di prigionieri che torneranno a casa, dall’una e dall’altra parte; alle 6.000 famiglie ucraine cui saranno consegnati i cadaveri dei loro cari. Per i prigionieri che torneranno a casa, per le famiglie dei caduti, l’incontro di Istanbul è stato un successo: la fine di un incubo, o il modo per chiudere un lutto.

E c’è già la prospettiva di un terzo appuntamento, più o meno fra tre settimane, e sempre a Istanbul. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky alza di nuovo la barra: solo un vertice può risolvere i problemi, colmare le distanze. Il presidente turco Racep Tayyip Erdogan è pronto a fare partire gli inviti, oltre che a Zelensky, ai presidenti russo Vladimir Putin e Usa Donald Trump. Sempre che loro siano pronti ad accettare. E non è affatto detto, soprattutto per quanto riguarda Putin.

Lo scambio concordato segue quello di mille prigionieri per parte deciso al primo incontro, a metà maggio, e già attuato: riguarda tutti i militari sotto i 25 anni catturati dal nemico e i feriti gravi. L’Ucraina ha anche consegnato alla Russia una lista di bambini deportati, di cui chiede il ritorno alle loro case, alle loro famiglie.

La delegazione ucraina, guidata dal ministro della Difesa Rustem Umerov, ha chiesto una tregua senza condizioni di 30 giorni, il rilascio dei prigionieri e un incontro fra i presidenti. Quella russa, guidata da Vladimir Medinsky, consigliere di Putin, ha risposto offrendo un cessate-il-fuoco di due o tre giorni lungo settori del fronte specifici, ha concordato in buona parte sul rilascio dei prigionieri e ha rimesso a Putin la decisione sul vertice.

“Dobbiamo far sì che la diplomazia non sia vuota. La base di partenza deve essere la tregua. Se Istanbul non porterà a niente, ci vorranno nuove sanzioni da Ue e Usa”, aveva detto Zelensky, prima della riunione, parlando a Vilnius al Vertice dei Paesi del Nord. Un concetto ribadito, dopo l’esito dell’incontro: nuove sanzioni, per smuovere Putin che sembra sempre prendere tempo.

Ucraina: le condizioni di Mosca per la pace

Mosca ha però messo in tavola le condizioni per porre fine alla guerra, presentando il memorandum di cui Trump e Putin avevano parlato una decina di giorni fa. C’è il riconoscimento dell’annessione dei territori occupati e il ‘disarmo’ dell’Ucraina, oltre che un ‘cambio di regime’ a Kiev tramite elezioni presidenziali.

Inoltre, i leader occidentali dovranno impegnarsi a revocare le sanzioni alla Russia e a bloccare l’allargamento a Est della Nato, il che significa escludere l’adesione di Ucraina, Moldavia e Georgia. Mosca chiede pure lo sblocco dei beni sovrani russi congelati in Occidente e vuole garanzie sulla protezione dei russofoni in Ucraina.

Sul terreno, la Russia rivendica quasi ogni giorno piccole conquiste territoriali e compie ogni notte attacchi letali con missili e droni sulle città ucraine. Ma domenica l’Ucraina aveva clamorosamente sorpreso le difese russe, colpendo con droni, a migliaia di chilometri dal confine, basi aeree russe. Con un’operazione di intelligence sofisticata e a lungo preparata, i droni erano stati nascosti su tir ed erano poi stati lanciati sui loro obiettivi quando si trovavano a breve distanza. Volando bassi, sì sono sottratti alle difese anti-aeree russe.

Secondo le fonti ucraine, l’attacco ha distrutto decine di bombardieri strategici al suolo, un terzo circa della flotta russa. Mosca parla di terrorismo, annuncia l’arresto di responsabili e ammette danni limitati.

Usa-Iran: nucleare. Trump smentisce concessioni

Su un altro fronte negoziate su cui gli Usa sono attualmente impegnati, quello con l’Iran per impedire a Teheran di dotarsi dell’atomica, il presidente Trump smentisce concessioni ipotizzate dal sito Axios: “Non permetteremo alcun arricchimento dell’uranio nell’ambito di un potenziale accordo” con l’Iran, scrive sul suo social Truth.

Axios aveva affermato che la proposta avanzata dalla delegazione statunitense nel round di trattative di sabato avrebbe consentito agli iraniani di effettuare un arricchimento limitato dell’uranio, cosa che l’Amministrazione statunitense ha sempre escluso.

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Giampiero Gramaglia, nato a Saluzzo (Cn) nel 1950, è un noto giornalista italiano. Svolge questa professione dal 1972, ha lavorato all'ANSA per ben trent'anni e attualmente continua a scrivere articoli per diverse testate giornalistiche.Puoi rimanere connesso con Giampiero Gramaglia su Twitter

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