I sondaggi dicono che il candidato democratico alla Casa Bianca Joe Biden, che pure è stato molto discreto negli ultimi giorni, sta prendendo il largo nel favore degli elettori. Un rilevamento Washington Post – Abc News vede Biden avanti di dieci punti: ha il 53% delle intenzioni di voto, contro il 43% di Trump, che sceglie la linea ‘Law & Order‘. E’ il distacco più netto mai rilevato: due mesi or sono, l’analogo sondaggio dava quasi un testa a testa, 49% a 47%.
Il poll è stato condotto dopo l’inizio delle proteste per la morte a Minneapolis di George Floyd, deceduto lunedì scorso dopo essere stato arrestato e avere subito un trattamento brutale da parte della polizia; ma prima che le manifestazioni prendessero la piega violenta delle ultime notti.
L’esito del sondaggio non fuga, però, i dubbi sulla capacità di Biden di fronteggiare la situazione, di gestire la rabbia dei giovani neri. La forchetta a suo favore si allarga a 13 punti tra gli adulti, ma si riduce fra gli elettori esordienti e/o ventenni. In un commento ai risultati del rilevamento, il WP scrive: “Le proteste pongono un problema” all’ex vice di Obama, un signore canuto di 77 anni. Biden deve riuscire a esercitare un richiamo su tutto l’elettorato nero – vecchi e giovani -, che costituisce per lui una constituency indispensabile per conquistare la Casa Bianca.
Il candidato democratico “ha le relazioni e la destrezza politica per incanalare la loro rabbia, o sarà travolto da uno tsunami di frustrazione?”, s’interrogano Annie Linskey e Cleve R. Wootson, che, sentiti esperti e attivisti, tendono a rispondere ‘no’. Sul New York Times, Giovanni Russonello avverte che “lo spettro di una protesta radicale di sinistra in un anno elettorale è motivo di dilemmi per ogni candidato centrista che voglia mantenere una linea moderata”. Studi dimostrano che, fin dagli Anni Sessanta, gli elettori bianchi sono irritati dalle forme più aggressive di attivismo nero; e che i democratici tendono ad avere risultati modesti, se le elezioni si volgono dopo proteste che comportano attacchi alla proprietà; mentre fanno meglio se le proteste non sono state violente”. E, quest’anno, c’è pure da fare i conti con la radicalizzazione dei millennials e della generazione Z.
Il problema è non spaventare gli elettori di centro senza alienarsi i neri e quelli di sinistra, che già hanno problemi a ‘digerire’ la candidatura Biden, dopo avere tifato Bernie Sanders. Un problema che Donald Trump non ha: lui chiede a sindaci e governatori il pugno di ferro e rispolvera lo slogan ‘Legge e Ordine’, che, alla fine degli Anni Sessanta fu di Richard Nixon e dell’allora governatore della California Ronald Reagan.
Il presidente twitta icasticamente “LAW & ORDER!”, tutto maiuscolo e stranamente con un solo !, e minaccia di ricorrere all’esercito, per riportare la calma nelle città in subbuglio. Trump, inoltre, litiga in tele-conferenza con i governatori: “Dove prendere la situazione in mano… Se non lo fate, perdete il vostro tempo e farete la figura di un branco di cretini…”. La sua tesi, espressa in tweet che suonano incitazione alla violenza, è che la forza pubblica deve impedire violenze e saccheggi, arrestare i facinorosi, riportare la calma: “Queste persone sono anarchici… Il mondo sta guardando e ridendo di voi e di ‘Sleepy Joe’ … Mandateli in galera e teneteceli”.
Il magnate stile ‘Law & Order’ non guarda all’elettorato nero, che sa perso, ma a quello bianco moderato; e sente che conservatori, reazionari, suprematisti, la sua costituency, fanno blocco contro la rabbia e le razzie. La tesi dell’Amministrazione è che le manifestazioni siano orchestrate o almeno strumentalizzate dall’estrema sinistra; e il presidente dà in pasto ai suoi fans un capro espiatorio: “Classificheremo Antifa – movimento antifascista della sinistra antagonista, ndr – come organizzazione terroristica”.
C’è chi invece pensa che siano infiltrati suprematisti ad accendere violenze e disordini e a sobillare le folle. Ma la Casa Bianca nega che esista un “razzismo sistematico”. Robert O’Brien, consigliere per la sicurezza nazionale, dice: “Ci sono cattivi poliziotti che sono razzisti e ci sono poliziotti che forse non hanno avuto un adeguato addestramento, la polizia è danneggiata da ‘poche mele marce'”.
Trump stile ‘Law & Order’, rovescia la lettura del sondaggio: è avanti negli Stati in bilico, quelli che contano, e la sua base elettorale è più solida di quella di Biden. L’87% dei suoi sostenitori voteranno per lui, qualunque cosa accada; solo il 74% dei sostenitori di Biden è così incondizionato.
E, poi, alla fine, comunque vada, la colpa è dei media, che “disinformano più di qualsiasi Paese straniero”: “Da Cnn, MsNbc, New York Times e Washington Post esce di gran lunga molta più disinformazione di quella che arriva da qualsiasi Paese straniero messa tutta insieme. Le Fake News sono il nemico del popolo!”.
Ma c’è un’altra variabile che né Trump né Biden possono controllare. Il New York Times, citando esperti sanitari e amministratori locali, scrive che le proteste di massa degli ultimi giorni in almeno 75 città per la morte di Floyd potrebbero innescare una nuova ondata di contagi da coronavirus negli Usa, dove ad ora si registrano quasi 1.800.000 contagi e oltre 104 mila vittime. In piazza e nelle strade, ci sono migliaia di persone, spesso senza mascherina, e comunque senza alcuna forma di distanziamento sociale.