Un Hannukah e una domenica macchiati di sangue, negli Stati Uniti: anti-semitismo e forme di terrorismo domestico, che ‘stingono’ sulla campagna per Usa 2020, con lo strascico delle polemiche ricorrenti sulle armi facili.
A Monsey, vicino a New York, un uomo armato di machete entra in casa di un rabbino e semina il panico durante le celebrazioni nella giornata della Festa delle Luci. Il bilancio è di cinque feriti, tutti ebrei.
L’incidente scuote la comunità della cittadina, a una cinquantina di chilometri dalla Grande Mela, e torna a fare percepire con forza lo spettro dell’antisemitismo: l’episodio segue infatti le numerose denunce degli ultimi giorni per atti contro gli ebrei nello Stato di New York.
In tutto “13 episodi nelle ultime settimane” afferma il governatore di New York, Andrew Cuomo. A Monsey, la comunità ebrea è particolarmente numerosa.
L’attacco di Hannukah richiama alla memoria quanto avvenuto a Pittsburgh nell’ottobre del 2018, quando ci fu una strage in una sinagoga, con 11 morti. Le sparatorie in chiesa sono invece ricorrentie hanno talvolta matrici personali, non terroristiche: l’episodio in Texas va ulteriormente indagato, da questo punto di vista.
Spari anche in Texas. Quella che doveva essere una normale funzione in chiesa diventa un fatto di sangue. Un uomo apre il fuoco all’interno della West Freeway Church of Christ a White Settlement, a pochi chilometri da Fort Worth. Il bilancio è di un morto e di un ferito grave. Ucciso anche l’aggressore, raggiunto a sua volta da colpi di arma da fuoco.
L’incidente è avvenuto mentre la messa veniva trasmessa in live streaming sul canale YouTube della chiesa. Il video dell’accaduto, riportano i media locali, mostra un uomo con indosso un grande cappotto estrarre un’arma e sparare due o tre volte, prima di essere raggiunto a sua volta da proiettili. Non è chiaro se a spararli siano state le guardia armate presenti in chiesa o uno o più fedeli.