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Trump 2: il presidente che vuol essere re, governatore, sindaco, sceriffo e scrutinatore in capo

Scritto il 25/08/2025 per The Watcher Post https://www.thewatcherpost.it/news/trump-2-il-presidente-che-vuol-essere-re-governatore-sindaco-sceriffo-e-scrutinatore-in-capo/

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Trump 2 – Il presidente ‘che voleva essere re’ e che vuole ottenere il Nobel per la Pace vuole anche giocare, più che mai in questo scorcio di estate americana che volge al termine, tutte le parti in commedia: vuole essere “amministratore delegato dell’Azienda America” – scrive il Wall Street Journal -, anzi di ogni singola grande azienda americana; e vuole essere governatore di tutti gli Stati e sindaco e sceriffo di tutte le grandi metropoli, purché a conduzione democratica – dove la gestione è repubblicana, le sue volontà sono già rispettate -.

250825 - Trump 22 - Washington DC - law&order
La polizia pattuglia Washington DC (Fonte: NYT)

Le prove generali le sta facendo a Washington DC, che, essendo un territorio federale, è più esposta ai suoi disegni: la Guardia nazionale a pattugliare, armata, le strade della capitale federale, che già – racconta il Washington Post – non assomiglia più a se stessa; e i poteri della sindaca e della capa della polizia erosi. Obiettivo: ristabilire ‘law & order’, anche se i dati dicono che la criminalità cala da anni ed è ai livelli più bassi nel XXI Secolo. Ma, naturalmente, asserisce il magnate presidente, “i dati sono truccati”.

L’ultima trovata di The Donald che ha sempre ragione, come recita un suo recente cappellino, è che vuole anche essere scrutinatore in capo alle prossime elezioni di midterm nel novembre 2026 e abolire tutte le macchine per il voto elettronico e tutti i suffragi per corrispondenza, ai cui presunti brogli – mai provati – lui continua ad attribuire la sua sconfitta nelle elezioni 2020.

250816 - Ucraina - vertice - Putin - Trump
L’incontro all’aeroporto della base di Anchiarage tra i presidenti russo Vladimir Putin e Usa Donald Trump (Fonte: WP)

Ne ha parlato, nel vertice di Ferragosto in Alaska, con il presidente russo Vladimir Putin, proprio l’uomo giusto con cui confrontarsi sulla correttezza e l’affidabilità di una procedura democratica, che ha concordato in modo condiscendente sull’opportunità di sbarazzarsi dei voti elettronici e postali – fosse per Putin, ci si potrebbe sbarazzare del voto punto e basta -.

Rinfrancato dal parere del suo sodale, adesso Trump vuole guidare un movimento per eliminare macchinari elettronici e procedure postali e annuncia che firmerà un ordine esecutivo in tal senso prima delle elezioni di midterm: poco importa che la cosa esuli dai suoi poteri. Un particolare che non lo ha mai infastidito più di tanto e che, soprattutto, non lo ha mai distolto dai suoi propositi.

Il magnate presidente manifesta le sue intenzioni proprio quando Newsmax, un network televisivo conservatore a lui molto vicino, accetta di pagare 67 milioni per chiudere senza processo una causa per diffamazione intentatagli da una azienda di macchinari per il voto elettronico lesa dalle accuse senza fondamento di brogli nelle elezioni 2020. Una causa analoga, chiusa con un indennizzo dell’ordine di dieci volte superiore, era stata intentata pure alla Fox News.

Le iniziative del presidente, spesso ai limiti del rispetto della Costituzione e della legge, sono oggetto di contestazioni in giustizia: l’Amministrazione Trump 2 talora vince e talora perde, ma, quando perde, spesso ignora i verdetti in attesa dell’appello o dei ricorsi alla Corte Suprema, dove può contare su una confortevole maggioranza di giudici conservatori (sei a tre).

Trump 2: i democratici all’opposizione disarmati

E i democratici all’opposizione? Appaiono spesso disarmati di fronte alle iniziative aggressive e spregiudicate del presidente e dei repubblicani. L’esempio di quanto avvenuto in Texas è lampante: il Parlamento dello Stato, con un governatore ultra-trumpiano, Ray Abbott, e una larga maggioranza repubblicana, ha approvato una nuova mappa dei collegi elettorali, congegnata in modo d’assicurare ai repubblicani cinque seggi in più alla Camera nelle prossime elezioni.

I deputati statali democratici, per cercare di bloccare l’iniziativa, hanno lasciato in massa lo Stato, facendo venire meno il numero legale nell’Assemblea statale e rischiando provvedimenti giudiziari a loro carico; ma, alla fine, dopo oltre due settimane di sterile Aventino, si sono rassegnati a tornare alle loro case e la nuova mappa è diventata legge in quattro e quattr’otto.

Per replicare, i democratici della California prospettano un’azione analoga e contraria nel loro Stato: una mappa dei collegi che valga loro cinque deputati in più nelle prossime elezioni. Siamo all’occhio per occhio dente per dente: la politica in America ai tempi del Trump 2 è regredita alla legge del taglione.

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Giampiero Gramaglia, nato a Saluzzo (Cn) nel 1950, è un noto giornalista italiano. Svolge questa professione dal 1972, ha lavorato all'ANSA per ben trent'anni e attualmente continua a scrivere articoli per diverse testate giornalistiche.Puoi rimanere connesso con Giampiero Gramaglia su Twitter

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